Pigneto, quartiere controverso, noto ai più per l’attività di spaccio che purtroppo è diventata una piaga. Negli anni però, tanto sono stati i tentativi di riqualificazione dell’area. L’apertura di nuovi ristoranti, bistrot e bottiglierie hanno fatto sì che quel quartiere divenisse in qualche modo anche meta di una sana movida romana.
Accanto a locali storici come Primo e Necci, nelle viuzze che fanno da perimetro a via del Pigneto è pieno di nuove attività tra cui Va.Do.
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Dell’apertura di Va.Do ne avevo letto sul Gambero Rosso e mi ero ripromessa di fare una visita, nonostante la lontananza dal mio quartier generale e lo scoraggiante problema del parcheggio.
Così in un sabato sera, con la voglia di provare un posto nuovo e, dopo vari rimbalzi di ristoranti che non prenotavano tavoli ma mettevano il tuo nome in quell’odiosissima lista, gioco l’ultima carta: telefono da Va.Do al Pigneto.
Il riscontro telefonico è positivo. Prenoto e il tavolo – come dovrebbe essere ovunque – al nostro arrivo era già pronto per noi. Ad accoglierci c’era Guido che gentilmente ci ha offerto un prosecco di benvenuto.
Da fuori il locale passa quasi inosservato, non c’è un’insegna evidente e le luci sono abbastanza soffuse. All’interno gli arredi sono un mix di stili dal vintage all’industrial. Piacevoli alla vista e che in qualche modo rispecchiano l’anima del locale.
Altrettanto variegato è il menu: presenti alla carta pietanze sia di carne che di pesce, si va dalla più internazionale ceviche ai più classici primi della cucina romana (cacio e pepe, carbonara e amatriciana), passando per un’insolita orecchia di elefante o del baccalà alla vicentina.
Ricca anche la carta dei vini ma noi ci siamo fatti consigliare da Guido, che non ci ha deluso.
L’attenzione alle materie prime e la ricerca delle stesse appare evidente: la pasta è quella del pastificio Mancini mentre quella fresca è fatta – rigorosamente a mano – da Mauro Secondi.
L’esperienza da Va.Do al Pigneto
La nostra scelta è ricaduta su piatti “nordici”.
A Roma non è facile trovare in menu il riso come alternativa alla pasta. E, soprattutto, non è facile trovare un buon risotto. La mia attenzione va al riso Zaccaria con zucca, radicchio, taleggio e riduzione di aceto balsamico.
Il dado è tratto: come antipasto proviamo il baccalà alla vicentina con polenta fritta e spinacini e, come portata principale il riso di cui sopra e l’orecchia di elefante che vista l’abbondanza è consigliabile dividere in due.
L’antipasto e il primo erano squisiti, sapidi al punto giusto e ben eseguiti; l’orecchia di elefante l’avrei preferita leggermente meno battuta perché in alcuni punti il sapore della carne non si percepiva.
Nonostante fossimo satolli, abbiamo chiuso in bellezza con un cannolo scomposto.
Il conto di 86 euro è – a mio avviso – adeguato. Considerando che il vino è costato 25 euro e che, di base, la cotoletta è un piatto per due persone o comunque un piatto unico.
Il servizio è attento e celere, ma non sbrigativo.
Va.Do al Pigneto è un posto in cui il cliente il sabato sera non diventa un numero.
Bonus
Dopo la nostra visita ci è stato comunicato che hanno stretto una convenzione con il parcheggio sito in circonvallazione Casilina. A 200 metri circa dal ristorante.
Crediti immagini: pagina facebook Va.Do al Pigneto
Va.Do al Pigneto
Aperto solo la sera, chiuso il martedì
Prezzi 25-30€ (orecchia d’elefante per due, 26€)
06 4555 3582
Via Braccio da Montone 56, Roma
Va.Do al Pigneto
Via Braccio da Montone, 56, Roma