Amici di zona ci avevano parlato del Tree Bar già un anno fa. Poi qualche pensiero buttato lì “Posto davvero piacevole per bere e fare quattro chiacchiere – specie all’aperto – ma da mangiare, c’è da dirlo, niente di che…” deve averci incosciamente (o cosciamente?!) scoraggiato. Morale: non eravamo mai passati, neanche per saggiare quell’atmosfera gradevole.
Capita però che organizzi un aperitivo in zona Nord e il nome del Tree Bar riaffora, complici un po’ quei commenti, un po’ il suggerimento di chi ci accompagna. Certo la stagione non sembra la migliore, non fosse altro per via di quel passaparola innescato dalla godibilità dello spazio all’aperto, ma prevale la confidenza in un clima di comfort anche al chiuso.
Partiamo dalla posizione. Nel bel mezzo della Flaminia – all’altezza del civico 223 – e non scherziamo. Su un’area verde circondata (naturalmente) da qualche albero con i tram che gli corrono davanti e dietro, con la strada che avvolge il locale e con i palazzi che gli si affacciano in testa. Una costruzione in legno e vetro con posti a sedere sia in esterna sia all’interno.
All’ingresso qualche poltrona e oggetti vintage danno il benvenuto verso uno spazio ad “L”, che si srotola a sinistra entrando. Tavoli con sedie in rovere e luci soffuse (all’ora dell’aperitivo) riempono l’ambiente. Un bancone sul lato corto – sempre della L – serve da bere e fa da anticamera alla zona cucina.
A dire il vero già dopo qualche minuto che ti sei accomodato – e ancora non hai neanche visto che faccia abbia l’offerta – respiri quell’aria piacevole di cui hai sentito solo parlare. Sarà per via di quegli interni che proiettano ombre nord-europee, sarà perchè nonostante la gente e il vociare non fai fatica a chiacchierare, o sarà ancora perchè sei nel cuore di Roma ma quasi lo dimentichi. O forse tutto questo insieme. Quello stesso insieme di cose che ti fa passare sopra ad un aperitivo spezzafame che nel complesso non si fa ricordare per varietà, qualità e velocità di rifornimento. Triangolini di pizza patate, verdure o margherita, cous cous vegetariano, ali di pollo questi alcuni dei piatti serviti a buffet sul bancone. Onore però alla formula free (puoi tornare a riempire il piatto quando vuoi) e compreso nel drink.
Da bere diversi cocktail analcolici e in più qualche calice di vino bianco e rosso.
L’aperitivo però è solo uno dei momenti della giornata serviti dal Tree Bar: fa da sfondo anche a pranzi veloci, una tazza di the e dopo le 20:30 cena con qualche piatto creativo più insalate.
Il servizio è sorridente, cortese, rapido. Quello che si addice a questo genere di locali insomma.
Che dire? Dall’ambiente non puoi pretendere molto di più (gli amici avevano ragione…e dire che non lo abbiamo provato nella bella stagione!), dall’offerta aperitivo invece si. Speriamo abbiano voglia di farlo crescere.
Restiamo ad aspettare…
Le nostre pagelle
- Ospitalità 7
- Ambiente 8
- Mescita 7
- Cibo 6
Prezzo
- Aperitivo: 5-12€ (si paga il normale prezzo del drink e il buffet è libero)
In breve
♥ Il Nord (Europa) nel Nord di Roma!
Informazioni pratiche
Sito web: in costruzione, pagina fb http://it-it.facebook.com/TreeBar
Indirizzo: via Flaminia 226, 00196 Roma (come arrivare)
Orario: lun 18:30-1:00, da mar a dom: 11:30-15:00 e 18:00-1:00
Tel. 06.32652754
Aggiungerei che pranzo e cena sono buoni! piatti fissi come l’hamburger di chianina e piatti stagionali… da provare!
concordo con giovanna, ci si mangia bene. in particolare l’hamburger di chianina! uno dei nostri posti preferiti a Roma. I proprietari sono 3 architetti e si vede il loro tocco!
Ma facciamo anche un po’ di storia recente: ricordate che cosa c’era prima lì? un baretto malfamato che la domenic apomeriggio si trasformava in ritrovo della comunità dominicana con tanto di musica e danze latinoamericane. Che trasformazione!
A leggere il post e i commenti mi sembra di essere stata in un altro posto. Forse la bella ambientazione e l’aria mondana del luogo offusca la vista (e il gusto) di molti. La mia esperienza è pessima: cibo mediocre e servizio lento e dilettantesco. E dire che gli avevo dato più di una possibilità perché il luogo è davvero bello: ma l’ultima volta, difronte a un hamburger secco e bruciacchiato (l’avevo chiesto al sangue) e alla risposta scortese del cameriere difronte alle mie proteste (“se vuole glielo faccio rifare, certo, non so quanto ci sarà da aspettare…) ho deciso che quella volta sarebbe stata davvero l’ultima.
Da dimenticare.