Articolo da cui è stato tratto – con qualche rivisitazione – il post pubblicato su Dissapore Le migliori trattorie di Roma? La discussione è ufficialmente aperta. Contribuite anche voi alla discussione!

Gastrofanatici, gastrofighetti et similia udite udite: questo è un articolo che va alla ricerca dello “spendo poco e mangio tanto e bene”. La lettura potrebbe causare rottura di tastiere o melafonini ed altri effetti collaterali, si consiglia di astenersi! 

Vado fuori a cena: avrei proprio voglia di mangiare qualche buon piatto romano, genuino e di qualità. In un posto informale, dal clima disteso e familiare. Possibilmente uno di quelli in cui non ti spennano e servono porzioni generose…non vorrei cercare nel piatto col binocolo!
Insomma avrei giusto voglia di cenare in una buona TRATTORIA!
Suggerimenti? Ma per favore non solo i soliti e noti indirizzi…”

Tante volte ci siamo sentiti riproporre questa domanda da amici e conoscenti e quasi certamente non è nuova neanche per voi che leggete. Si scorgono interrogativi analoghi pure qui e lì su Dissapore e dintorni. Complici anche alcuni commenti in tema a recenti post su Dissapore, eccoci a dire la nostra su quanto si scorge nel panorama romano.

Le Trattorie nel senso più stretto del termine e che coniugano quindi abbondanza delle porzioni, qualità dei piatti, cucina locale, ambiente semplice e costi contenuti paiono ormai “mosche bianche”.  Gli antichi e tradizionali indirizzi sulle scene da decenni hanno iniziato in molti casi un inesorabile percorso di lievitazione dei prezzi, di rimpicciolimento delle porzioni o ancora di eccessivo ammodernamento dei locali. Le nuove aperture che si ispirano (almeno nelle intenzioni) al concetto di Trattoria sempre più spesso si perdono per strada nell’inseguire stonate rivisitazioni dell’offerta e dell’ambiente, più orientate a un turista mordi e fuggi.

Ma che succede? E’ davvero così difficile far vivere le Trattorie? Sarà più questione di passione o di guadagni? Noi non ne siamo ancora venuti a capo…

Nel frattempo usiamo come bussola il nostro elenco di “sopravvissuti” in cui gira anche qualche vero prezzo da Trattoria (20-25€ a testa). Tutti comunque entro i 40€ per un pasto medio*.  
In questa selezione non troverete la Trattoria probabilmente più rinomata e apprezzata di Roma: Felice a Testaccio (35€). La sua storia lo colloca “fuori lista”: meriterebbe un nuovo post tutto suo! Intanto vi rimandiamo al tributo scritto da Dissapore alla scomparsa del mito Felice Trivelloni.

TRATTORIA NELL’ANIMA: sono i locali di quartiere che aprono bottega da anni e portano in tavola ogni giorno la romanità pura e semplice come il calendario settimanale insegna (giovedì gnocchi, venerdì pesce, …). 1) Zampagna all’Ostiense (20€) continua a proporre nel tempo, anche con la gestione rinnovata da più di un anno, una ristretta selezione di autentici piatti romani, 2) Osteria con Cucina Francesco Angelini (20€) a Tor Pignattara passa a menu quello che offre la spesa del giorno, in atmosfera “casalinga”, 3) Sora Margherita (35€) al Ghetto, aperto di sera solo nel weekend, fonde da decenni la cucina ebraica e la tradizione romana, 4) Tanto pe’ Magna’ a Garbatella (25€) conserva nel tempo l’attaccamento alla cucina della Capitale con la medesima conduzione familiare. 

DA GRANDE VOGLIO FARE LA TRATTORIA: qui parliamo di aperture più “giovani” che tentano di perpetuare in cucina la verace tradizione romana e di interpretarne al meglio i motti. 5) Flavio al Velavevodetto (35€) a Testaccio di cui tanto già si è “detto”, 6) Il Gentiluovo (30€) al Fleming un laboratorio di pasta fresca con tavoli dove si compra e si mangia, 7) Osteria di Monteverde (25€) sulle scene romane da pochi mesi ma già promette bene.

TRATTORIA CREATIVA: qui romanità e innovazione si mescolano e nascono interessanti rivisitazioni. 8 ) Il Quinto Quarto (35€) a Ponte Milvio cirioleria a pranzo e cucina a base di prodotti laziali la sera (una fama costruita sulla carbonara!), 9) Osteria del Giuda Ballerino (40€) al Tuscolano volto informale dell’omonimo ristorante nuovo di “stella”. E chiudiamo spostandoci di qualche kilometro a Grottaferrata: 10) L’Oste della Bon’ora (35€), piatti dedicati a Roma e al territorio e qualche equilibrata eccezione di originalità.

E voi prevedete un futuro più roseo per le Trattorie? Quali sono i vostri “sopravvissuti”?

* i prezzi – arrotondati ai 5€ – sono indicativi e includono un pasto medio completo (pane, primo, secondo, dolce, acqua e caffè) vini esclusi.

Immagini tratte da New York Times (via Dissapore)

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