Anche quest’anno Taste of Roma è andato in scena. Puntualmente settembrino, alla sua terza edizione romana. Giusto due giorni fa la serata conclusiva di una tre giorni intensa.
Stesso teatro, Auditorium Parco della Musica.
Stessa “plauso”, se non superiore: basta dare un’occhiata all’assordante rumore – tra foto e parole – di addetti ai lavori e non. Cercare #tasteofroma o #tasteofroma14 per credere.
Stesso modello di prezzo: paghi un ingresso – che per quanto non basso (16€ a persona) a giudicare dalla partecipazione è ben assorbito dal pubblico – e poi giù di sesterzi (1€/1 sesterzio per la cronaca) in tessera ricaricabile. Prezzo medio dei piatti degustazione 5/6€.
Stessa formula “Vieni ad assaggiare i grandi chef”. I fine dining della Capitale (quasi tutti quelli che contano a parte precise eccezioni che ci auguriamo nel tempo si affaccino) si ritrovano a proporre a prezzi accessibili alcuni dei loro gioielli, tre per Chef per la precisione. Per la buona pace di chi magari non riesce a permettersi un pasto intero alle loro tavole, o di chi scettico per gusto ha timore di impegnarsi per una cena o un pranzo. Qui e lì anche stand vari – vino, prodotti/servizi in tema, sponsor, street food – che riescono ad accaparrarsi gli spazi.
Non stessa minestra. E già perché la formula che si ripete potrebbe indurre a pensarlo e invece non è affatto così. La resa migliora, la godibilità aumenta, l’interattività cresce grazie anche alle sempre più numerose sessioni corso/dimostrazione…e cosa che più conta gli Chef di anno in anno si superano – per offerta e organizzazione – nonostante le condizioni di cucina non esattamente favorevoli. Oltretutto notare bene: chef presentissimi e all’opera. Non solo nomi dunque!
Si superano anche gli organizzatori stessi che riescono a portar dentro un numero crescente di ospiti illustri: quest’anno Cracco, Sorbillo e Chef Rubio di passaggio, giusto per citare qualche nome popolare.
Insomma il sipario è appena calato e già il desiderio di prossimo appuntamento è forte.
Eppure lo spirito di queste righe oggi vuole essere un altro: non fermarsi a inneggiare a questo tipo di eventi, ma piuttosto sottolineare la presenza in città di realtà coraggiose e al tempo stesso gloriose, che sperimentano tenendo ben a mente le radici, osano valorizzando la tradizione. Contribuiscono dunque in maniera preziosa all’evoluzione dell’Italia in tavola.
E seppur a prezzi maggiori di quanto non conceda Taste in formula praticamente finger, possiamo goderne senza dover aspettare il prossimo anno.
Non staremo qui a passare in rassegna tutti gli encomiabili presenti, per quello c’è il sito ufficiale, bensì approfittiamo per citarne solo alcuni. Ci concediamo – e non ce ne vogliano gli altri – di annotare una selezione di preferiti frequentati più recentemente e in ordine assolutamente casuale.
Cristina Bowerman @ Glass Hostaria a Trastevere. E anche Romeo in Prati e Ape Romeo su ruota in collaborazione con i Roscioli.
Heinz Beck @ La Pergola a Montemario.
Roy Caceres @ Metamorfosi a Parioli.
Giulio Terrinoni @ L’Acquolina al Fleming.
Daniele Usai @ Il Tino a Ostia.
Francesco Apreda @ Imagò all’Hassler a Piazza di Spagna-Trinità dei Monti.
Fabio Ciervo @ La Terrazza dell’Eden zona Veneto
Altre foto – per i più curiosi – alla nostra pagina facebook.