Chi di voi è fan de “Il Commissario Montalbano” starà già a occhi chiusi sognando i piatti della cucina siciliana, le arancine di Adelina e, magari, ricorderà anche le famose tonnare a far da cornice al tutto.
Ebbene, nonostante il ristorante Campisi sia un progetto abbastanza recente, la famiglia omonima vanta un’esperienza più che centenaria nel settore ittico, proprio nelle tonnare di cui sopra.
Per la precisione l’azienda nasce nel 1834 a Marzanemi – frazione della famosissima Pachino, in provincia di Siracusa – dove lavora centinaia di prodotti e il pesce fresco.
La maggior parte della materia prima che trovate nel menu del ristorante proviene proprio da lì.
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Se vi aspettate il tipico ristorante siciliano dalle tinte accese, le trinacrie e le ceramiche appese alle pareti, state prendendo un granchio!
Lo stile é minimal dentro e fuori.
Siamo nel quartiere Trieste-Africano, in viale Somalia n. 116, nessuna insegna ma solo due fari sulle vetrine serigrafate.
Nelle due sale i toni predominanti sono quelli del grigio, moderni ed eleganti, forse leggermente piatti; alle pareti alcuni quadri con qualche prodotto dell’azienda incorniciato e pochi fronzoli.
I coperti non tantissimi e i tavoli apparecchiati con un elegante runner hanno una mise en place curata.
L’esperienza al Ristorante Campisi
Il menu è esclusivamente a base di pesce, la carta dei vini è improntata prevalentemente sul territorio, lo staff giovane e competente.
Piacevole l’entree di benvenuto composta da testa di polpo gratinata con patate e funghi così come caratteristico il cestino del pane, comprendente del pane al curry.
Nella voce antipasti sono presenti sia crudi sia caldi. Si va dalle polpette di “Muccu” (neonata) con marmellata di arance (10 euro), alle tartare (18 euro), per passare all’antipasto Campisi (15 euro).
Caso più unico che raro, decidiamo di saltare gli antipasti.
Primi tra luci e qualche ombra
La scelta del primo ricade su: spaghetti “Campisi” con pesto di pistacchio di Bronte e bottarga (14 euro); tonnarelli con polpa di spigola, pistacchi di bronte e limone di Sorrento (13 euro); risotto con carpaccio di gambero rosso di Mazara del Vallo, fiori di zucca e lime (16 euro) e spaghetti con colatura di alici, concassè di pomodoro IGP di Pachino, basilico, olive e mollica di pane all’aglio (15 euro).
Se dovessimo fare una banalissima classifica, gli spaghetti Campisi sarebbero senza ombra di dubbio sul gradino più alto del podio. A seguire i tonnarelli, molto equilibrati nei sapori anche se la porzione era (purtroppo per noi) notevolmente ridotta rispetto agli altri primi.
Non ci ha entusiasmato il risotto in cui – al contrario dei tonnarelli – la nota acidula (questa volta del lime) risultava essere preponderante.
Secondi convincenti nell’aspetto e nel gusto
Colpiti dagli insoliti abbinamenti, sui secondi optiamo per filetto di triglie al forno con panura mediterranea e marmellata di pomodoro IGP di Pachino (18 euro); sandwich di sgombro, pinoli, uvetta e finocchietto, julienne di porri e cipolla rossa di Tropea (18 euro); gamberoni al timo con crema di zucca alle pere e guanciale croccante (17 euro) e spigola con ratatouille di verdure e fonduta di provola affumicata (18 euro). Il tutto accompagnato da due caponate alla Marzamarota (6 euro).
Soddisfatti delle scelte dei secondi – molto belli anche da vedere – avevamo, ovviamente, lasciato uno spazietto per il dolce.
Dolci della tradizione siciliana
Nessun dubbio: cannolo e semifreddo al pistacchio (entrambi 6 euro) per chiudere in bellezza!
Fieri di aver scoperto un validissimo indirizzo in cui passione e dedizione vengono trasmessi al cliente.
Menu per donne?
Vi lascio con un solo interrogativo: il menu per le donne privato dei prezzi è una forma di attenzione o di discriminazione?
Si è detto tanto a riguardo e non sono mancate le polemiche.
A voi la sentenza…
Crediti Immagini: pagina facebook Ristorante Campisi (foto di apertura), Miriam Morano.
Ristorante Campisi
Aperto a pranzo e cena, chiuso il lunedì
Prezzi 40-45€
06 8606634
Viale Somalia 116, Roma
Ristorante Campisi
Viale Somalia 116, Roma
Molto originale questo abbinamento di giustizia e cucina attraverso la bilancia!
Forse non a caso sia Miriam Morano che la chef Cristina Bowermann sono laureatein legge.
Cucina siciliana a Roma: come passare dal virtuale del Commissario Montalbano alla realtà .