Mangiare una seria cucina di matrice napoletana a Roma non è facile, nonostante la manciata di chilometri che separano la capitale e Napoli. Pinturicchio 40 bistrot d’autore si propone di portare le tradizioni partenopee in chiave moderna sulla tavola dei romani. Fresco di ristrutturazione e con una nuova gestione.
Pinturicchio 40 ha aperto nel quartiere Flaminio non più tardi del 2013. Quattro anni dopo cambia pelle con una nuova gestione, che riparte da importanti collaborazioni e scommette sui sapori della cucina campana, proponendo al tempo stesso un equilibrio non scontato tra tradizione e modernità. Alta l’attenzione agli ingredienti e alla cura dell’ospite.
Curiosi di conoscere il risultato e come Pinturicchio 40 sta affrontando questa sfida di rilancio? Vi diciamo la nostra a seguito di una serata invito con tante piccole degustazioni.
Pinturicchio 40, la Campania nei piatti in ambiente con accesa personalità
L’ingresso proietta immediatamente in un’atmosfera calda, resa tale sia dalle tonalità armoniche che colorano l’ambiente sia dall’accogliente e professionale personale di sala. Due gli spazi dedicati agli ospiti per un totale di circa 40 coperti. Pareti tortora, sedie in legno, panche-poltrone a parete, pavimenti tra il grigio e il marrone a far da sfondo: il tovagliato chiaro, i bicchieri scintillanti e i cuscini colorati accendono l’umore delle sale. A completare il quadro, un piccolo ambiente sopraelevato di qualche gradino che movimenta la vista nello spazio principale, un bancone in quello accanto, scaffali nati per accoglier bottiglie e ancora librerie.
Due punti dell’ambiente in particolare hanno catturato la nostra attenzione: la rappresentazione di un tram a parete a richiamare quello che su strada corre su e giù proprio di fronte al locale e una libreria che ospita la collezione Guide Michelin d’Italia dal primo numero – il 1956 – e che manca giusto di qualche edizione.
Di quì un attento e vigile servizio conduce al tavolo e verso le carte di acqua, vino e cucina. Interessante la scelta di proporre una carta delle acque (gas, no gas), non usuale per locali di questa fascia di prezzo ma apprezzabile viste le diverse esigenze dei clienti e la sempre più variegata offerta del mercato. Di rilievo quella dei vini.
Due i percorsi degustazione: i Classici con 4 portate a 40 euro ed Evoluzioni con 5 piatti a 50 euro. Per entrambi, rispettivamente a 20 e 25 euro, abbinamento di vini selezionati dal sommelier. La selezione alla carta si muove tra antipasti “Per Iniziare“, primi piatti “Pasta e Riso“, secondi “Le Carni” e “I Pesci” e per finire i dessert. Scelte numericamente contenute – tra terra e mare – a vantaggio di una focalizzazione della cucina su precise materie prime.
Dal nostro percorso degustazione
Appetizer ispirato a Gualtiero Marchesi e composto da una chips di riso allo zafferano con fonduta di provolone del monaco
Si prosegue con Come un Carciofo, ossia un carciofo (dell’Agro Pontino) arrostito con salame, crema di caciocavallo podolico e polvere di carbone. A noi ha ricordato a tratti i sapori del casatiello.
Secondo antipasto Uovo al purgatorio o meglio – alla vista – “come una caprese” che poi caprese decisamente non è.
Come primo piatto Linguine, ragù di calamari, zucca e origano di montagna.
Dai secondi San Pietro alla mugnaia, limone di Sorrento, puntarelle e alici di Cetara e (in foto) Dentice in crosta di noci di Sorrento, involtino di scarola alla napoletana e impepata di cozze.
Per dessert Come una cassata e Cucciolone di Pastiera napoletana.
Per chiudere piccola pasticceria offerta.
I piatti, che riflettono chiaramente una precisa filosofia di valorizzazione del territorio campano, colpiscono per qualità delle materie prime, equilibrata creatività mai invadente, presentazione e struttura delle preparazioni. Secondo noi giusto qualche piccola cosa ancora da registrare, come è naturale sia per un progetto di riavvio.
A pranzo aperti con una formula al 50% dei prezzi. Ecco a quest’ora non è difficile trovare anche qualche piatto “di gemellaggio” con la cucina romana, per chi proprio non sa rinunciare ai suoi sapori e che magari si lascia così incuriosire e ingolosire dal resto. Questo l’intento.
Alle spalle di Pinturicchio 40 esperienza stellata
Esperienze di rilievo dietro il progetto di rinnovo di Pinturicchio 40. A partire dallo Chef Eduardo Estatico (sito web) proveniente dal JK Place di Capri, sua la supervisione della cucina e l’ideazione dei menu, nel rispetto delle stagioni e dei principi che animano questa iniziativa. Li esegue per mano di uno dei suoi più fidati allievi, Salvatore Izzo. Gestione della sala affidata a Bonny Ferrara, del Ristorante Il Faro di Capo d’Orso una conduzione familiare che vanta una stella Michelin da più di 10 anni.
“Quando entra un cliente, si apre il sipario: a noi il compito di farlo star bene“
Questo il motto di Bonny che meglio di qualsiasi altra cosa rappresenta la passione e la dedizione che animano Pinturicchio 40.
Pinturicchio 40 è anche Caffè e Pasticceria
La missione di portare le abitudini napoletane in città non si ferma al bistrot. Nel progetto di Pinturicchio 40 è incluso anche un adiacente caffè-pasticceria che a colazione propone lieviti di produzione propria e a pranzo un’offerta di gastronomia calda oltre che panini. Nel fine settimana anche piccola pasticceria partenopea, per appagare il desiderio, ad esempio, di autentici babà e golose sfogliatelle ricce e frolle.
Immagini: Tavole Romane, tutti i diritti riservati
Pinturicchio 40
Aperto tutti i giorni 12:30-23:00
A cena menu degustazione da 40 e 50 euro (dettagli sopra), a pranzo carta al 50%
06 322 7310
Viale Pinturicchio, 40, 00196 Roma RM
Pinturicchio 40
Viale Pinturicchio, 40, 00196 Roma RM, Italia