English version “Where to find the best cakes and pastries in Rome”
Articolo da cui è stato tratto – con qualche rivisitazione – il post pubblicato su Dissapore “I 15 dolci migliori di Roma”. Siamo onorati di esser stati chiamati in causa da questa eccellente testata web.
Aspettiamo i vostri preziosi commenti: se siamo arrivati qui è anche per merito di tutti voi e della vostra partecipazione!
E’ risaputo: quando si parla di dolci la tradizione romana non spicca generalmente per fama. E’ anzi diffusa la convinzione che livelli di qualità discutibili vadano a braccetto con prezzi elevati.
Difficile non crederlo se si pensa alle “zuccherose personalità” che animano lo Stivale da Nord a Sud: per citare degli esempi Milano con il panettone, Verona con il pandoro, Torino con il gianduiotto …e ancora Napoli con sfogliatelle e babà, Palermo con cassate e cannoli. Nell’immaginario collettivo tutte surclassano Roma.
Eppure basta abbandonarsi a passeggiate di quartiere (poco importa se in centro o in periferia) ed ecco che si scrutano inconfondibili vetrine di pasticcerie a occupar lo spazio e invadere persino l’aria con i dirompenti odori che balzano fuori sui marciapiedi. Ma allora a quali degli oltre 600 indirizzi che si contano in città si nasconde la “Dolce Identità” di Roma? …perché una “Dolce Identità” Roma ce l’ha e va immancabilmente incontrata se si passa o si sta da queste parti.
“Sfidati” da Bernardi annotiamo i nostri 20 indirizzi giusti. Urgono però vostri commenti e suggerimenti per fare di questa lista un autentico e imperdibile Girone Romano dei Golosi.
Ecco allora i nomi – organizzati in categorie – delle pasticcerie romane “risolutive” e di alcune loro specialità. In questo giro nessuna pasticceria interamente dedita a dolci di altre regioni o internazionali: se siete interessati e se Bernardi vorrà ancora chiamarci in causa è già pronta (si fa per dire!) la parte 2 dell’articolo…
Buongiorno Roma
Partiamo dai lieviti fragranti e profumati, semplici o ripieni, più o meno burrosi, che aiutano a ingranare la marcia al mattino o che tengono svegli a tarda sera (purtroppo non più oltre le 2:00 come ordinanza impone). Che direzione prendere? Monti dalla new entry Tricolore per il croissant solo burro in perfetto stile francese; Monteverde in via Jenner dalla Pasticceria Ghimenti per il classico cornetto semplice che ricorda le colazioni di una volta e dalla celebre Cristalli di Zucchero per il pain au chocolat o per il ripieno crema, mele e pistacchi; viale Libia da Romoli per i fagottini farciti, su tutti crema cioccolato e cocco (quando c’è). Non può mancare un riferimento tutto romano: il maritozzo con panna del Panificio Mosca in Prati.
Pura Romanità
Qui si parla di antiche usanze, qui si parla di memorie ebraiche. Radici indiscusse di tante dolci creazioni – a base di ricotta, frutta secca, spezie, miele e marmellata – divenute nel tempo tradizione romana. I migliori? Boccione al Portico d’Ottavia (per i romani noto semplicemente come “il forno del Ghetto”): crostate ricotta e cioccolato o ricotta e visciole che secondo noi non hanno eguali. E restando in tema kosher i biscotti de Il Mondo di Laura a Porta Portese, da pochi giorni anche nel punto vendita su via Tiburtina altezza piazzale delle Province.
Tradizione in Bianco e Nero
I dolci di sempre, delle feste e del pranzo della domenica: alle creme e al cioccolato. Gli imperdibili? Cavalletti a Montesacro per il suo brevettato millefoglie; Sottocasa Sfizi Golosi vicino piazza Barberini per un tiramisu “di nicchia” o Pompi a Re di Roma per uno “popolare” e dalle fantasiose varianti; Andreotti in via Ostiense e Dolci Desideri a Monteverde Vecchio soprattutto per le creazioni crema e frutta; Regoli a due passi da piazza Vittorio per l’impareggiabile profiterole.
Dolci Visioni
Qui la tradizione cade nell’oblio, ora nelle preparazioni ora negli allestimenti di bottega. Ed ecco la rivoluzione delle forme, dei sapori, delle consistenze e delle combinazioni, ma anche degli spazi espositivi e degli arredi. Le tappe obbligate? Settembrini Caffè dietro Piazza Mazzini, Dacrì a Mostacciano e il già citato Cristalli di Zucchero per restare di stucco di fronte alle vetrine; Bocca di Dama a San Lorenzo e Dolce in via Savoia per ammirare quanto abilmente vecchie rimesse e officine siano state trasformate in seducenti pasticcerie che inebriano non solo per le loro creazioni.
Speciale Natale
Ci siamo quasi e non potevano mancare gli indirizzi per l’acquisto dei dolci natalizi. Il top? In zona Esquilino dal già menzionato Regoli (ci piace proprio!) e presso l’antico regno del pane (e non solo) Panella, più nel cuore di Trastevere da Valzani [CHIUSO] per gli evergreen romani come il Pangiallo e i Mostaccioli. Chiudiamo con l’indirizzo del Forno Farinando nel cuore di Testaccio per il Panettone con gocce di cioccolato, diventato già da diversi Natali un appuntamento fisso per noi e per gli amici.
Lungi da noi però ergerci a unici giudici. Diteci allora, quali sono a Roma Le direzioni da prendere? I migliori? Gli imperdibili? Le tappe obbligate? Il top?
Sceglierei Boccione e Panella sul fronte della tradizione, Settembrini e Cristalli di zucchero su quello della modernità/tendenza.
Non vedo citato l’ottimo Esperia Antonini…
buongiorno a tutti! credo che ve ne siano tante di pasticcerie per la città da aggiungere a questa lista! attratto dai colorati macarons, ne ho scoperta di recente una a Borgo Pio, piccolina ma molto assortita dal tradizionale al trendy, ho assaggiato dei cannoli strepitosi ed altri dolcetti veramente buoni…consigliato!!!!
Cara “TavoleRomane” ti ho scoperta da poco e sono contenta che tu esista, era necessario.
Detto ciò, doveroso, devo anche dire che sui dolci in generale e sul “risveglio dolce” in particolare, non ci siamo.
Per iniziare, da meridionale (non esiste solo la sublime Napoli!) che vive a Roma da 30anni: come si fa a chiamare “lieviti” il monopolio d’offerta del cornettame, più o meno onesto, che c’è a Roma?
Se si chiede un lievito, il dolce mattutino è quello appunto, ottenuto col llievito di birra, la pasta brioche; a Roma si trova, imitazione pallida, nelle pasticcerie napoletane-romane come “La caffettiera” a piazza di Pietra, o sicilianromane come il vecchio “Dagnino” di Piazza Esedra. La brioche è, come scriveva Borges, l’archetipo del dolce mattutino; può non piacere, ma si può chiamare offerta di una capitale cosmopolita quella in cui non c’è possibilità di scelta fra muffins, brioche, cornetto, crèpe e pancake, come avviene a Londra, Varsavia, Madrid (Parigi meno, ma pure avviene)?
Come mi spiegò un veccho pasticcere (laziale): sono culture diverse, la brioche richiede un giorno di lievitazione, grande attenzione e luoghi protetti; il cornetto si prepara in grandi quantità, è istantaneo, si congela…..
@Giancarla grazie per l’intervento e per i complimenti…che fanno sempre piacere!
Venendo al tema lieviti e brioche hai sollevato degli spunti molto interessanti che in parte condividiamo. Fortunatamente però esistono delle eccezioni e sui cornetti il recente sondaggio ci ha aiutato a scovare delle belle realtà romane (approfittiamo per ricordare il pdf con la lista dei locali più votati).
E anche per i dolci mattutini d’estrazione straniera l’offerta a Roma sta crescendo. Qualche esempio è rappresentato da Tricolore, Sweety Rome e The Perfect Bun che oltre al ristorante in largo del teatro Valle ha aperto da poco la Bakery, Grocery & Deli in Piazza del Paradiso 56, nei locali dell’ex Josephine Bakery (la dobbiamo ancora provare ma ne parlano molto bene). I muffin sono ottimi da Dolce. E potremmo andare avanti…
Certo non sono locali sempre semplici da scovare ma se facciamo “community” diventa più facile 😉
Anche se è passato un pò di tempo approfittiamo per rispondere agli altri commenti a questo post:
@graziano dicci dicci il nome di questa piccola pasticceria a Borgo Pio…
@Michelangelo Esperia (ex) Antonini (ci risulta non sia più di loro proprietà) conosciamo bene e ci andiamo spesso. Però il servizio secondo noi è una grave pecca…