Inauguriamo con questo post una sorta di guest-rubrica, nome di battesimo #mammaroma, a cura di Antonia intervistedalmondo. A dire il vero l’intento era quello di arricchire con questi contenuti le pagine del blog in inglese, ma questa primissima puntata ci è sembrata talmente piacevole che proprio non abbiamo resistito a pubblicarla anche qui. Magari anche i lettori italiani apprezzeranno, ci siam detti! E dunque di tanto in tanto i post #mammaroma saranno anche in questo spazio.

Perché questo sodalizio con intervistedalmondo vi starete chiedendo? Perché la “penna” di Antonia trabocca di un inchiostro intenso, come intensa è la passione che lei ha per Roma (e tra le altre cose per la sua tradizione gastronomica).

E come ormai sapete noi non riusciamo proprio a rimanere insensibili di fronte ad un certo tipo di entusiasmo… 

E’ inverno. Di quello freddo.
Di quello che ti costringe a coprirti le mani.
Di quello in cui l’aria umida ti si vuole appiccicare addosso a tutti i costi.
E in cui, nelle prime ore del mattino, il cielo è di un blu talmente intenso che sembra chiamarti.
La città sembra stare lì per te. Ferma ai tuoi piedi.

Non è sempre facile e immediato riconoscere la grande perfezione estetica, anche quando c’è. Anche quando è evidente. Credo sia un dono concesso a pochi. Ma se in una mattina d’inverno, hai l’inaspettata fortuna di camminare in solitaria accanto alle fontane di Piazza Navona, riuscendo così ad intravedere le venature di quei marmi bianchi che si intrecciano tra loro, beh allora hai improvvisamente la certezza che, di fronte a te, non c’è semplicemente “bellezza”.

C’è poesia.
C’è storia che si racconta.

E tu devi scappare via, se non vuoi che la turbolenza di quei gesti – candidi e scolpiti – ti impedisca di muoverti.

Non cercavo nulla. Ho lasciato che fossero le cose a venirmi a trovare spontaneamente.
E così, senza volerlo, ho incontrato la me stessa bambina, tra le luci di uno storico negozio di bambole da collezione (“Al Sogno”, P.za Navona).
Ho visto un mappamondo, appeso al soffitto, guardarmi inquisitivo.
Ho rivisto i miei sogni di sempre. Quelli passati e quelli futuri.


Nelle vie centrali di Roma, può accadere che, all’improvviso i palazzi che prima ti scorrevano accanto, comincino a stringersi attorno a te, quasi avvolgendoti.
L’istinto ti spinge, quindi, a guardare all’insù. A camminare educatamente in punta di piedi, inseguendo le piante secolari che abbracciano i palazzi, i grandi finestroni abbelliti da piante appunto, i tetti e le lanterne eleganti.
Riuscendo a ritrovare, così, la luce del sole che ti eri perso per qualche attimo e che ricomincia ad invadere timidamente il vicoletto in cui stai camminando.
Ti ritrovi all’improvviso a via dei Coronari.

E’ strano come una strada di soli 500 metri di lunghezza possa completamente inghiottirti e lasciarti a bocca aperta, aprendoti inaspettatamente le sue porte segrete.
Da antica strada “sacra” di collegamento alla basilica di San Pietro, via dei Coronari resta uno scrigno prezioso di cultura e tradizioni. Una voragine enorme che ti si apre improvvisamente sotto i piedi. Alla quale non ci si può e non ci si vuole sottrarre.
Un misto di raffinatezza e gusto che trova espressione nelle forme più varie e creative.
Via dei Coronari è fatta di colori.
Quelli delle numerose boutique di interior design, in stile retrò, che si trovano praticamente ovunque in questa zona di artisti.

Ma a volte, i colori diventano improvvisamente buoni da mangiare.
Sono quelli che non puoi smettere di guardare curiosa dalla vetrina di Bakery alternativi e invitanti (“Made Creative Bakery”)….

…e dal bancone di un accogliente Bistrot di qualità (“Casa e Bottega”).

Ma via dei Coronari è anche e soprattutto il piccolo e affascinante vicolo di San Simone.
Un angolo che non riesci a vedere fintanto che non ti scivola accanto.
I tavolini ordinati, dall’inconfondibile stile art nouveau, sembrano stare lì ad aspettarti da un po’.

L’aria di questa piccola traversa si fa densa e ovattata.
C’è un inconfondibile odore di pizza appena sfornata e di vaniglia goduriosa.
Ed è veramente impossibile resistere a queste fragranze che si fanno gustare ancor prima di essere assaporarle.

C’è il dolce e il salato. Tutto insieme. E a portata di mano.
C’è l’essenza vera dell’Italia e delle sue tradizioni.
Ce n’è per tutti i gusti.
(“La pizza del Teatro”, “Gelateria del Teatro”)

“Qual è il segreto di una pizza così buona?”, ho chiesto al mio interlocutore dallo spiccato accento sardo, aspettando che la mia pizza libidinosa ai pomodorini fosse pronta.

“I nostri ingredienti sono biologici e genuini. Ma anche il metodo di preparazione. Sa’, noi abbiamo un grande maestro: il signor Bonci!”

E per gli amanti del gelato, imperdibile la “Gelateria del Teatro”. Un luogo raffinato, a pochi metri dalla pizzeria, in cui è possibile scegliere tra numerosi e sontuosi gusti.

Potresti camminare per ore tra quei vicoletti fieri che si intersecano tra loro. Riuscendo a scovare sempre qualcosa di interessante. Come la bellissima bicicletta “porta fiori” in apertura!

Poi improvvisamente, mentre ti muovi ormai da un po’, inseguendo le persone, gli odori, i colori e il tuo intuito, ti ritrovi in una piccola piazzetta.
Guardi di nuovo il cielo, accorgendoti che qualcosa è cambiato.
Sei al Chiostro del Bramante.

Capisci quindi che una nuova storia sta per cominciare.
E tu sei pronto ad ascoltarla.

I consigli di Tavole Romane per mangiare in zona Navona – Coronari

Caffè del Chiostro del Bramante (brunch, the, aperitivo) via dell’Arco della Pace 5

Casa&Bottega (colazione, pranzo, aperitivo) via dei Coronari 221

Coromandel (colazione, brunch, pranzo e cena), via di Monte Giordano, 60

Gelateria del Teatro (gelato) via dei Coronari angolo vicolo San Simone

Made Creative Bakery (dolci contemporanei) via dei Coronari 25

Pasticceria Cinque Lune (dolci tradizionali) corso del Rinascimento 89

Cucina del Teatro [Aggiornamento: ex La Pizza del Teatro] (pizza a taglio) vicolo San Simone

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