VAI ALL’ARTICOLO LA CITTÀ’ DELLA PIZZA – EDIZIONE 2018
Ieri sera siamo stati ospiti alla presentazione della manifestazione La Città della Pizza, da Bell, bistrot di ispirazione europea che nasce dalle ceneri della pizzeria Le Finestre al Coppedè. Ad accoglierci c’erano le pizze di Isabella De Cham e Ciccio Vitiello, due dei più giovani e affermati tra i trenta protagonisti dell’evento, che avrà luogo a Roma da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile.
La tre giorni è organizzata da Vinòforum in collaborazione con Ferrarelle.
Sarà articolata all’interno della particolare cornice architettonica del Guido Reni District, spazio recuperato da una vecchia area militare dismessa. L’ambientazione è indoor, ma gli ideatori, attraverso la configurazione spaziale dell’evento e la scelta dei suoi contenuti, intendono restituire ai partecipanti la dimensione aperta dell’agorà: una Città che diventa piazza per accogliere – tra dieci case con temporary pizzerie e corner dedicati alle materie prime – degustazioni, workshop e dibattiti in grado di raccontare la tradizione e fare il punto sui criteri, le tecniche e le eccellenze dell’ars pizzaiola contemporanea.
Aspettando La Città della Pizza: dalla serata di presentazione
Ciccio Vitiello, giovane panificatore di Tuoro e ambasciatore della pizza napoletana nel mondo, ci racconta di quando per la prima volta mise le mani in pasta. La madre vuole insegnargli il valore del sacrificio, così a nove anni è già diviso tra i coetanei e gli impasti e per le sue prime imprese usa una cassetta d’acqua rovesciata per raggiungere il piano di lavoro, altrimenti fuori dalla portata della sua statura di bambino. Tredici anni dopo vola a Miami e quando torna nella sua Caserta, forte delle competenze acquisite tra lo studio nei laboratori dei molini campani e l’esperienza della startup americana, apre il suo ristorante Casa Vitiello a Tuoro. Francesco ha le idee molto chiare sulla pizza: impasti dalle proporzioni precise, maturazione a temperatura controllata e condimenti pensati per risaltare le basi, di volta in volta arricchite di ingredienti diversi (dalla canapa al grano arso, dal misto di cereali al kamut).
L’attenzione per le materie prime e la consapevolezza dei risultati ottenuti dall’impiego di farine particolarmente virtuose guidano Ciccio Vitiello nelle sue sperimentazioni. Assaggiamo la pizza con salsiccia di maialino nero casertano, crema di papaccella napoletana e provola di Agerola, il cui sapore affumicato è gradevolmente esaltato dalla curcuma contenuta nell’impasto. La blu di bufala, pancetta stufata di nero casertano e fior di latte di Agerola è impreziosita da una nota pepata e il grano arso, tostato e scuro, conferisce personalità alla base. Per ultima la crew di Casa Vitiello – composta da Ciccio, Milena Natale e Andrea Giustino – ci prepara una sofficissima margherita, profumata di basilico e con formula di impasto segreta.
Le pizze fritte di Isabella de Cham nascono nel cuore di Napoli e sono intrise dei sapori della tradizione della cucina di strada campana. La giovane pizzaiola riceve una formazione tutta napoletana: passa per le cucine illustrissime di Ciro Oliva, Enzo Piccirillo e Gino Sorbillo, per arrivare al piccolo locale 1947 al Centro di Napoli. La pizza fritta nasce come street food, così Isabella e il suo team – composto dal braccio destro Alessandra Ferriero e da Debora Fiscale, Fabiana De Rosa e Vincenzo Turani – la servono a portafoglio, adagiata su foglio di carta e sostengono fermamente l’appropriazione tattile connaturata alla tradizione del suo consumo, rifiutando l’utilizzo delle posate. 1947 era declinato come angolo take away, ma Isabella De Cham ha ripensato i suoi spazi per permettere un’offerta più improntata sulla modalità della degustazione.
Le pizze fritte si accompagnano tradizionalmente alla gassosa, 1947 per pulire il palato preferisce l’accoppiata con il marsala all’uovo. Noi le abbiamo gustate con le bollicine italiane del Consorzio di Tutela del Prosecco DOC e la Nazionale del Birrificio Baladin.
Assaggiamo la fritta con ciccioli, ricotta e provola di Sorrento: è la ricetta classica della pizza fritta napoletana e come da tradizione i ciccioli sono tagliati molto finemente. Il sapore della carne è perfettamente distribuito all’interno della consistenza pastosa e sostenuta creata dai formaggi. La premiata fritta al limone, provola di Sorrento, caciocavallo, sale e pepe ha un sapore piacevolissimamente aromatizzato grazie alla presenza della rucola biologica. Il fresco ripieno di questa specialità le conferisce il titolo di fiore all’occhiello della pizzeria di Isabella De Cham, dove il processo di frittura avviene – nella loro cucina a vista – in olio di girasole.
Crediti immagini: La Città della Pizza (foto di apertura), Benedetta Giuliani
La Città della Pizza, Informazioni Pratiche
Quando: da venerdì 31 marzo alle 18:00 a domenica 2 aprile alle 23:00
Ingresso: gratuito
I protagonisti: ne citiamo solo alcuni, dalla scena romana Gabriele Bonci (Pizzarium), Pier Daniele Seu (Mercato Centrale Termini), Edoardo Papa (Biglietto Prego), Giancarlo Casa (La Gatta Mangiona), Mirko Rizzo (Pommidoro), Ettore Mastelloni (La Confraternita della Pizza), Luca Belliscioni (Pizzeria Grecco Enjoy), dall’intero stivale Salvatore Di Matteo (Napoli, Pizzeria Di Matteo), Matteo Aloe (Bologna, Pizzeria Berberè), Petra Antolini (Verona, Pizzeria Casa Petra).
Menu completo e Prezzi per ognuno dei tre giorni:
Per approfondire: www.lacittadellapizza.it
Possibilità di prenotarsi per Lab e workshop, sempre gratuiti.
Dove: Guido Reni District – via Guido Reni 7, Roma
Guido Reni District
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Posso solo appoggiare un indice sul viso per esprimere quanto mi sia piaciuto l’articolo. Mi sembrava di gustare le pizze descritte.