Ispirati da Vieni via con me e dai suoi elenchi – ormai pronti a diventare il tormentone di questa fine d’anno – abbiamo stilato il nostro elenco tutto immancabilmente dedicato alla ristorazione romana.
E’ stato davvero troppo facile buttarlo giù…c’è da preoccuparsi?!
Pensiamo sia un elenco valido a prescindere dalla fascia di prezzo dei locali…fatto di punti espressi in modo “provocatorio” e ironico, senza voler per questo mancare di rispetto agli addetti ai lavori. E forse – anzi sicuramente – è un elenco che ben si addice in alcuni casi ad oltrepassare il GRA. Il protagonista questa volta non è il cibo: spazio al rilevante “contorno”…
Elenco di quello che desideriamo dai ristoranti romani con degli esempi – sicuramente non unici – da prendere secondo noi a modello
(scrive Tavole Romane)
- un sorriso e una pacca sulla spalla (virtuale!) per sentirsi “ospiti” di riguardo anche quando la sala è piena (Antico Arco)
- il tavolo pronto all’orario della prenotazione, anche a costo di tenere un tavolo libero per qualche minuto tra un turno e l’altro (Le tre zucche)
- lo spazio “vitale” tra i tavoli così da non diventare per forza intimi di chi ci è capitato vicino quella sera (La Fucina)
- il menu stampato (ma non è obbligatorio?!) o su lavagnetta per conoscere i prezzi e poter decidere cosa ordinare ai propri ritmi e non a quelli dell’indaffarato servizio (La Gatta Mangiona)
- i vini alla mescita elencati non solo per vitigno (e succede quando va bene!) (Trimani)
- una toilette pulita anche a fine serata, senza pensare che basti l’educazione dei clienti (che non sempre c’è) per mantenerlo “intatto” dopo decine se non centinaia di utilizzi (Giuda Ballerino)
- un rapporto qualità/prezzo che non sia inversamente proporzionale alla vicinanza al centro storico o alla vista panoramica su Roma (Enoteca Provincia Romana)
- un parcheggio per l’auto o qualche convenzione con un vicino garage (quando è applicabile…cioè quasi sempre!) (Casetta di Campagna)
- un sito web senza tanti “effetti speciali” nè foto professionali di particolari ingigantiti, ma facile da navigare, con informazioni aggiornate e che spieghi dov’è il ristorante e cosa offre (inclusi menu e prezzi)…meglio se con il giusto spazio per pareri e suggerimenti dei clienti (Duke’s)
- e infine che la ricevuta fiscale venga data SEMPRE senza lasciare il conto su un pezzo di carta o su una pseudo-ricevuta con la scritta “chiedere alla cassa”.
Siete d’accordo? Ci siamo dimenticati qualche punto? Spazio ai vostri commenti…e ai vostri elenchi…
Non sentire mai appena entrati la puzza di fritto o di rancido
Non sentirsi dire prima di scegliere le pietanze se vuoi “rosso o bianco”
Non sentirsi dire “o da fare chieda al mio collega”
Avere la luce necessaria per leggere il menu
Non vedere camerieri e cuochi vestiti sciatti e sporchi
Trovare sempre qualcuno che ti acconpagni al tavolo
Non sentirmi dire “domando in cucina se c’è”
Vorrei che i piatti ordinati arrivino tutti insieme…ecc
non essere “cacciato” dal locale per far posto al turno successivo
non aspettare più di 20 minuti per portata
poter bere acqua, vino e birra alle corrette temperature
riuscire a conversare senza essere sovrastati dalla voce di altri astanti… e se c’è qualche maleducato trovare un cameriere che abbia il coraggio di farlo presente
ma non è che staremo diventando troppo esigenti? 🙂
@Marco bell’elenco…soprattutto il “domando in cucina se c’è” che purtroppo capita spesso anche a noi. Ma informarsi prima dell’ordinazione evidentemente è troppo complicato… 😉
@francesco no no, non si è mai troppo esigenti! 😉 Il cibo ha raggiunto costi “significativi” (anche per la fascia economica) e ci piacerebbe una corrispondente qualità dell’offerta…per far arrivare i ristoranti romani ai livelli delle migliori capitale europee. La filosofia “spenna-turisti” dovrebbe essere “ghettizzata”…sia da noi clienti sia dai ristoratori stessi!
Poi per fortuna non si può generalizzare e di locali di valore ce ne sono eccome…e non solo quelli che abbiamo citato nel post.
A casa di amici leggo la vostra lista e, lavorando come cameriere, mi viene subito in mente questa lista di quello che vorrei da un cliente:
1) un sorriso e una pacca sulla spalla (virtuale!) alla fine della vostra cena dopo che ci avete fatto correre ogni 30 secondi per qualsiasi stupidata che vi siete dimenticati in prima (oppure 4) battuta
2) il cliente pronto all’orario della prenotazione. Sistematicamente siete in ritardo e non chiamate neanche per avvisare. Poi, diamo via il tavolo e sono tragedie quando arrivate con 45 minuti di ritardo.
3) lo spazio “vitale” tra i tavoli. Vero. Difatti evitate di addobbare le sedie come se fossero alberi di Natale. Abbiamo un guardaroba, né! Cosí evitiamo di inciampare nei vostri favolosi cappotti che avvantaggiano solo la donna delle pulizie.
4) il menu stampato (ma non è obbligatorio?!) o su lavagnetta…. c’é, quindi leggetelo bene! Se c’é scritto “degustazione per tutto il tavolo”, ad esempio, significa PER TUTTO IL TAVOLO!!! Perché invece mi chiedete se uno puó prendere il menú del giorno e l’altro alla carta? E’ la regola, che ti piaccia o no.
5) i vini alla mescita elencati non solo per vitigno. Alzo le mani per 2 ragioni: 1) anch’io avrei difficoltá 2) non credo mi sia mai capitato ma non dubito ci sia.
6) una toilette pulita anche a fine serata. Come ti do ragione! Io invece chiederei ai maschietti di centrare la tazza e di non urinare dappertutto. Alle donne, specialmente se affette da bulimia, di lasciare il bagno in maniera decente. Se poi avete mal di pancia, ehi puó succedere, abbiate la decenza di rispettare qualcuno che pulirá dopo di voi.
7) un rapporto qualità/prezzo…centro storico o alla vista panoramica. Dammi una sola ragione per cui il prezzo di un piatto dovrebbere essere lo stesso sia che guardi Roma mentre lo mangi, sia che guardi qualche tapparella che si abbassa nel palazzo di fronte in qualche quartiere periferico. Location, location, location si diceva un tempo. E perché non dovrei farti pagare la location (che la si paga pure noi?).
8) un parcheggio..ma scusa, ma ti ha prescritto il medico che non puoi camminare piú di 10 minuti? ma poi perché dovrei fornirti un servizio che neanche la cittá di Roma é riuscita a fornire a coloro che necessitano davvero? Oltretutto, semmai riuscissi a fornire tale servizio, é certo che nel giro di brevissimo tempo se ne abuserebbe. Giá lo sento ‘ah guarda andiamo in quel garage che tanto li c’é il parcheggio del ristorante..”, meglio “si, andiamo in quel ristorante, prendiamoci un bicchiere di vino e un antipasto e poi andiamo alla festa di Giovanna. La macchina sta al sicuro qui”.
9) un sito web…nulla da ridire eccetto che i gusti son gusti e solo pochi, ma davvero pochi, possono giudicare l’efficacia e la navigabilitá di un sito.
10) ricevuta fiscale…giustissimo. E tu, cortesemente, evita di: chiedermi la fattura DOPO che ho emesso la ricevuta fiscale b) evita di farmi fare 25 ricevute da 20 euro ciascuno perché le devi distribuire a tutti i tuoi colleghi per rimborso spese (ovviamente inesistente) c) chiedermi amaro, limoncello e caffé DOPO che ho emesso ricevuta fiscale. Grazie!
Insomma, Tavole Romane, io credo che i clienti non sempre abbiano ragione. A volte si, a volte no. Ma il decalogo da te proposto fa apparire i ristoranti e chi ci lavora come degli inetti, disonesti e incompetenti e i clienti, povere stelle, come delle persone da difendere. Non é cosí. La maggior parte dei clienti pretende servizi da ristoranti inadeguati alla cifra che sono disposti a spendere. Se vuoi pagare 20 euro per una cena, riceverai un servizio da 20 euro che potrá essere eccellente, ma scordati i parcheggi convenzionati o i tavoli non ravvicinati.
Bel “contro-elenco” Francesco!
Noi ovviamente siamo dalla parte dei clienti (che è vero, non sempre hanno ragione) ma ci piacciono anche le altre prospettive…
Sul legame prezzo-servizio però non siamo d’accordo…e tanti esempi esteri (e in alcuni casi anche di altre città italiane) dimostrano che si può gestire un servizio attento anche in locali dove si spendono meno di 50 euro a testa…
Ma per fortuna c’è qualche “eccezione” anche a Roma.
Ci teniamo a una precisazione: non avevamo alcun intento di far apparire le persone che lavorano nel settore come “inetti, disonesti e incompetenti”. Se è così ci dispiace e ce ne scusiamo. Ma gli esempi positivi citati – come scritto “sicuramente non unici ” – servivano anche per evitare questa possibile interpretazione.